IL REGALO PERFETTO PER LA SUA FESTA
Mio papà, nato nel 1944 a Palermo, da giovane ha viaggiato. Si. Per dire… Ha viaggiato non per diletto. Non perché non vedeva l’ora di esplorare nuovi confini. Di conoscere culture diverse. Di illuminarsi di nuova luce. Ha viaggiato per trovare lavoro.
Una volta mi ha raccontato di aver preso il treno e poi il bus per venire su al nord. Doveva fare la stagione come cameriere a Courmayeur. E così, partito da Palermo con la sua giacchetta estiva, è arrivato “alla montagna del nord”. Peccato che la temperatura non era quella della Sicilia. Giusto un pelino più fredda. Gli inverni erano seri e le temperature scendevano ben al di sotto dello zero.
Oppure quando ha fatto un anno il cameriere in Germania. Non so esattamente dove. Ma ricordo di quando mi diceva di come venivano trattati i “terroni”. Negli anni ’60 gli immigrati italiani non potevano entrare in alcuni locali. Proprio come quando adesso troviamo il cartello con l’immagine del cane e la scritta “io non posso entrare”. Che vita difficile dev’essere stata. Lontano dagli affetti. Al freddo. Trattato come un appestato. Eppure, lui ne parlava sempre con gioia.
Poi finalmente la svolta. Si torna in Italia. Per tornare nella sua città? Certo che no. C’era la FIAT di Torino che lo aspettava. Suo fratello, arrivato prima di lui, si era già sistemato. Così lo ha accolto in casa sua fino a quando non è stato in grado di trovarsi un appartamentino. Ricordiamo che erano anni in cui trovavi gli annunci di affitto con la postilla “NO AI MERIDIONALI”. Proprio come adesso facciamo noi con gli immigrati di altri paesi. Solo che siamo più subdoli e ci teniamo alla forma. Per cui non lo scriviamo che non vogliamo gli immigrati. Ma non è questo l’argomento di oggi…
A un certo punto trova la mamma. Anche lei immigrata dal sud. Così si sposano, mettono su famiglia, e di viaggi manco a parlarne. I soldi servono per comprare casa. Con meno mutuo possibile. Non c’erano le pizzate del sabato sera. Non c’erano le serate con gli amici.
Una volta all’anno, ad agosto, la FIAT mandava tutti in vacanza e allora via, con la 127 carica a uovo si partiva per il viaggio della speranza verso la Sicilia. A Palermo c’erano gli zii e la nonna ad aspettarci. Ma quale albergo? Quale villaggio? Ci si accampava per un mese a casa di qualche parente. Oggi sarebbe impensabile e né ospiti né ospitanti sarebbero disposti a una cosa del genere. Soprattutto non si chiamerebbe VACANZA!
Ricordo qualche estate trascorsa a Lignano Sabbiadoro e a Rosolina Mare. Una giornata a Venezia. Qualche estate a Marina di Pisa. E la foto con la Torre. Mitica. Poi basta.
Mio papà, era un grande sognatore. Una passione per la pittura e per la vita. Avrebbe tanto voluto viaggiare e vedere il mondo. Per un po’ di tempo abbiamo parlato di un viaggio a Parigi. Forse avrebbe voluto vedere il Louvre. Poi però non c’è stato tempo e il viaggio con papà è diventato un viaggio che ogni tanto faccio con la mia testa. Vorrei tanto si potesse fare un Viaggio nel Tempo e tornare indietro di qualche anno. Prima del Covid-19. Ed organizzare quel viaggio a Parigi, che ci saremmo goduti tantissimo!
Perciò non aspettare. Si avvicina la Festa del Papà. Regalati un viaggio con lui. Con i tuoi genitori. Sarà il più bel viaggio che ricorderai in futuro. Basta un week end. Una gita fuori porta. Un regalo boomerang. Di quelli che fai agli altri ma che poi è anche un po’ per te. Il regalo perfetto.
Buona Festa del Papà!